Blockchain e P2P: due sistemi che potrebbero cambiare il mercato dell’energia

23 Luglio 2020
Quale contributo la tecnologia blockchain può dare al settore energetico?

Stando all’analisi della ricerca “Le opportunità della blockchain per lo scambio di energia P2P”, realizzato dall’Osservatorio del Politecnico di Milano in collaborazione con EY, attualmente circa il 70% dell’energia prodotta non può essere destinata all’autoconsumo. Anche se, di fatto, la progressiva diffusione dei sistemi BESS (Battery Energy Storage System) consentirà di spingere sempre più la percentuale di autoconsumo, rimarrà sempre una frazione di energia che converrebbe cedere non solo alla rete, ma anche ai “vicini” di casa/condominio,  grazie alle novità introdotte in Europa sulle Comunità Energetiche.

Quindi è sensato dire che la blockchain, intesa come un registro distribuito delle transazioni, liberamente accessibile e basato sul consenso che avviene tra i partecipanti alla rete stessa, con l’utilizzo intensivo della crittografia e della firma digitale, si inserisce nel percorso innovativo delle smart grid che potrebbe consentire ai consumatori di acquistare questa energia elettrica prodotta in eccesso a un prezzo inferiore a quello di mercato, ed ai prosumer consentire di cederla ad un prezzo a sua volta migliore di quello al quale la rete lo acquista, spingendo ulteriormente la crescita di prosumer e valorizzando maggiormente l’energia immessa in rete.

La tecnologia blockchain sta quindi aprendo nuovi servizi e funzionalità, rivoluzionando le tradizionali dinamiche di produzione e vendita di energia. Come la figura del prosumer, consumatore e produttore di energia allo stesso tempo, potenziale venditore. Al momento questa figura non è autorizzata a vendere il surplus energetico (la differenza fra l’energia prodotta e quella consumata) direttamente ai consumatori finali presenti nel proprio quartiere, ma può soltanto ricevere un contributo (c.d. scambio sul posto) in funzione dell’energia immessa in rete, almeno fino a che l’ autorità di regolazione per energia reti e ambiente stabilirà definitivamente i dettagli per consentire l’avvio delle Comunità Energetiche, previsto per questo autunno, mentre si dovrà attendere il 2021 per il recepimento integrale della direttiva europea.

La soluzione che si prospetta prevede un “marketplace”, gestito congiuntamente dalle utilities, che consentirebbe a tutti i prosumers di vendere a qualsiasi consumatore la propria energia. I consumatori, infatti, avrebbero la possibilità di generare il proprio piano di approvvigionamento elettrico andando a selezionare il mix di approvvigionamento tra energia prodotta dalle utilities e/o prodotta dai prosumers. L’accesso al marketplace potrebbe essere consentito in funzione del pagamento di una quota annuale per remunerare la gestione del processo di fatturazione per i prosumer che rimarrebbe in capo alle utilities. Attraverso questo meccanismo sarebbe possibile garantire al gestore dei ricavi stimabili in qualche punto percentuale, che andrebbero a ridurre l’impatto dei mancati ricavi causati dalla vendita di energia da parte dei prosumers, nuovi attori del mercato energetico.

Anche Tera partecipa a questa innovazione e alle potenzialità di mercato offerte dalla progressiva convergenza fra smart grid e smart building, nonché al cosiddetto “peer-to-peer energetico”. In questo scenario, gli edge computer Tera svolgono un ruolo importante: possono eseguire routine e tool software che implementano funzioni come la blockchain, denominata altrimenti BCDL, Block Chain Distributed Ledgers, che consentono la “certificazione dei consumi” e, più in generale, la certificazione delle transazioni energetiche ed economiche che si innescano quando si attiveranno funzionalità legate alla Comunità Energetiche, così come servizi di flessibilità di rete (in Italia MSD). Peraltro, è di fondamentale importanza in questo contesto poter leggere il contatore fiscale e farlo in maniera semplice, come è possibile fare attraverso tramite il dispositivo plug&play Beeta Power, un ulteriore strumento a vantaggio dei players del settore.

Torna all'elenco

Guarda anche

27GIU2025

🔌 Dalla Digital Energy all’Edge Computing: l’evoluzione intelligente della rete energetica

Nel panorama dell’energia connessa e decentralizzata, anche gli strumenti più tradizionali si stanno trasformando. Oggi, i contatori fiscali non sono più semplici strumenti di misura, ma nodi intelligenti all’interno di un ecosistema energetico in continua evoluzione. Grazie all’integrazione con dispositivi edge, come le nostre Beeta Reader, è possibile raccogliere, elaborare e valorizzare i dati energetici direttamente nel punto in cui vengono generati, garantendo una risposta più rapida, una gestione autonoma e un maggiore controllo locale delle risorse. Questo approccio consente agli utenti – privati, aziende o comunità – di prendere decisioni più informate e ottimizzare in modo proattivo i propri consumi e la produzione di energia. Questa evoluzione apre scenari inediti per la gestione dinamica dei flussi energetici, in cui il dato diventa non solo uno strumento di monitoraggio, ma un fattore abilitante per l’ottimizzazione locale e in tempo reale dei consumi e delle produzioni. 📡 In questo contesto, le CER – Comunità Energetiche Rinnovabili e i VPP – Virtual Power Plant trovano la loro base tecnologica. La possibilità di monitorare puntualmente i prelievi e le immissioni energetiche, aggregare in modo flessibile le risorse distribuite, e reagire in tempi rapidi alle condizioni della rete, rappresenta una nuova frontiera per l’efficienza, la sostenibilità e l’autonomia energetica. Quello che fino a pochi anni fa sembrava futuristico è oggi realtà, grazie alla convergenza tra digital energy, edge computing e intelligenza artificiale. Tera continua a investire nella ricerca e sviluppo di piattaforme edge-cloud capaci di interfacciarsi con i contatori esistenti, elaborare dati in locale e contribuire a costruire una rete sempre più resiliente, trasparente e partecipativa. 🔍 Ne parla il nostro CEO, Antonio Sacchetti, in un approfondimento pubblicato a pagg. 36-37 della rivista digitale Smart Building Italia, disponibile al seguente link: 👉

10SET2025

Nuove direttive europee tra vincoli e opportunità per le tecnologie negli edifici

Le nuove politiche europee stanno ridefinendo il futuro del settore degli edifici intelligenti, ponendo nuove sfide ma anche aprendo spazi di innovazione e crescita. Nel suo recente articolo pubblicato su Smart Building Italia, il nostro CEO Antonio Sacchetti ha analizzato due direttive chiave che avranno un impatto diretto sulle tecnologie per gli edifici: il Cyber Resiliency Act (CRA) e la Energy Performance of Building Directive (EPBD). Il CRA è un regolamento europeo che introduce requisiti stringenti di cybersecurity per tutti i prodotti con elementi digitali, in particolare quelli connessi in rete. Tra i principali elementi: L’obiettivo è garantire maggiore protezione da vulnerabilità e cyber-attacchi, ma le aziende dovranno affrontare investimenti e complessità aggiuntive per conformarsi. La EPBD mira alla decarbonizzazione del parco edilizio europeo, fissando standard sempre più stringenti in ottica di sostenibilità. Gli aspetti più rilevanti includono: 👉 Vuoi leggere l’articolo completo ? Lo trovi su Smart Building Italia a questo link:

14MAG2025

Quali priorità per Industria e PMI?

Il Forum della Piccola Industria di Confindustria, nella splendida cornice di Palazzo Vecchio — cuore di una fervente storia imprenditoriale rinascimentale quale quella fiorentina — è stato stimolante per focalizzare le priorità dell’impresa italiana, e delle PMI in particolare. Il presidente della Piccola Industria nazionale, Giovanni Baroni, ha offerto una disamina completa e dettagliata di tutti i temi affrontati successivamente dai vari relatori: un compendio che raccomanderei a tutti. 👉 Cybersecurity Le problematiche legate alla cybersecurity (NIS2 in primis) sono state approfondite da Giorgia Dragoni (Direttore Osservatorio Digital Identity, Politecnico di Milano), Ernesto Lanzillo (Deloitte Private Leader), e Milena Rizzi (Capo Servizio Regolazione dell’Autorità Nazionale per la Cybersicurezza). Tra i vari punti critici è emersa, ad esempio, la complessità organizzativa e gestionale che una PMI deve affrontare nel compilare i questionari di cybersecurity: ogni cliente ne predispone uno diverso, nonostante gli obiettivi siano gli stessi. Energia Sul tema dell’energia, tra i numerosi interventi, spiccano quelli di Franco Cotana (AD di RSE – Ricerca sul Sistema Energetico) e Nicola Lanzetta (Direttore Italia – Enel). È stata evidenziata l’importanza delle PMI nella filiera energetica: delle circa 3.000 imprese fornitrici di Enel, circa l’85% sono PMI, molte delle quali vengono formate direttamente dall’azienda tramite programmi di reskilling. Particolare attenzione è stata data alle applicazioni emergenti di Digital Energy. Istituzioni e territori Nei loro interventi, il sindaco di Firenze e il presidente della Regione Toscana hanno sottolineato il supporto della PA toscana al mondo produttivo (circa 350.000 PMI in Toscana) e l’apertura verso progetti per la sicurezza energetica, anche non convenzionali. I presidenti della Piccola Industria Toscana e di Confindustria Firenze hanno testimoniato la tenacia e la concretezza del fare impresa tipiche della cultura toscana. Giorgio Marsiaj ha messo in luce le opportunità per le PMI nei settori aerospazio e difesa, dove sono attesi circa 7,5 miliardi di euro di spesa aggiuntiva per armamenti rispetto agli anni passati. L’intervento di Paolo Casalino (Direttore Generale per la Politica Industriale, la Riconversione e la Crisi Industriale, l’Innovazione, le PMI e il Made in Italy - MIMIT) ha unito apertura e concretezza: da un lato, ha richiesto contributi da parte della Piccola Industria sulle politiche europee specifiche per le PMI; dall’altro, ha elencato i principali passaggi della Commissione UE: • il piano per la chimica (atteso entro fine anno), • la possibilità di esenzioni CSRD per aziende sotto i 10 dipendenti, • nuovi pacchetti per cosmetica e dispositivi medici, • riserve di quote per PMI negli appalti pubblici, • revisione delle regole IPCEI per includere anche le PMI, • differenziazione normativa tra PI e MI, da riflettere nei futuri criteri impositivi. L’intervento di Emma Marcegaglia, forte della sua esperienza in Business Europe, è stato illuminante: • L’Italia è l’unico Paese in cui il 50% dell’export è generato dalle PMI. • Il Partenariato Atlantico vacilla: non si può escludere che venga meno. • I dazi USA sono una minaccia grave, visto che il 50% del PIL europeo dipende dall’export. • È necessaria una difesa europea unica, anche per ragioni economiche (le inefficienze dovute all’uso di armamenti diversi in ogni paese UE causano sprechi ingenti). • Il divario con gli USA sul digitale è enorme e non colmabile nel breve: serve una strategia alternativa. • Potremmo dover affrontare uno scenario in cui il dollaro non sarà più la valuta rifugio. • La riduzione del costo energetico in Italia è urgente: il differenziale con Spagna, Germania e Francia è troppo ampio. • Eliminare il Green Deal europeo sarebbe un errore: va semplificato, non smantellato. • Serve un mercato dei capitali unico in Europa per competere con USA e Cina. • Il sovranismo economico rischia di distruggere il mercato unico europeo, che invece è essenziale per la competitività globale. Proposte emerse • Un nuovo equilibrio tra apertura dei mercati e sicurezza nazionale, con una base comune per armamenti. • Incentivare la produzione in Europa, ad esempio riaprendo miniere strategiche. • Proteggere il sistema industriale europeo da acquisizioni estere non controllate. • Industria 5.0: va mantenuto il concept, ma le procedure vanno semplificate. Il presidente Emanuele Orsini ha chiuso il forum sottolineando l’unità del sistema confindustriale nel sostenere le politiche industriali, sia sul fronte delle PMI sia su quello macroeconomico e geopolitico.